La notizia dell’inchiesta che ha riguardato la Juventus ha fatto in poco tempo il giro del mondo. Riassumendo, la ragione dell’indagine può essere riassunta così: il bilancio è stato redatto sulla base di uno standard internazionale che proibisce di iscrivere le plusvalenze. A riportarlo è un articolo di Alessandro Giudice sul Corriere dello Sport.
Il club bianconero è accusato di falso in bilancio, e secondo quanto riportato dal quotidiano romano la Juventus, a differenza di altre squadre del nostro Paese che non sono quotate in Borsa, redige i bilanci sulla base dello standard IAS 38, un principio contabile internazionale che regola i cartellini dei giocatori e più in generale i beni immateriali.
Che cosa prevede lo standard
Secondo questo standard, nel caso in cui il valore di scambio non potesse essere determinato da parametri oggettivi, esso deve essere definito in funzione del valore netto iscritto in bilancio; di conseguenza non può generare plusvalenze. Tale particolare rischia di rendere la posizione della Juventus ancora più pericolante. Ma adesso tutti i tifosi bianconeri, e in generale gli addetti ai lavori, si domandano che cosa potrebbe succedere.
Le prospettive per il futuro
Proviamo a fare un po’ di chiarezza in merito. Nel caso in cui in giudizio le accuse dovessero trovare conferma, la società torinese andrebbe incontro a rischi abbastanza pesanti dal punto di vista penale. Ma, come si sa, in Italia i tempi della giustizia sono piuttosto lunghi.
Tutto tranquillo, dunque? No, perché comunque c’è in gioco anche la giustizia sportiva, che segue un percorso differente e a volte più rapido: giustizia sportiva che, a questo punto, è chiamata a effettuare tutti gli accertamenti del caso e a verificare, in particolare, se la – per il momento – presunta alterazione delle informazioni di carattere finanziario si sia concretizzata nel mancato rispetto delle norme federali.
Non è semplice, comunque, compiere tali accertamenti, per quanto le società debbano rispettare l’obbligo di dichiarare i compensi di tutti i tesserati, a cominciare dai giocatori. Inoltre, i club hanno il divieto di sottoscrivere in segreto accordi economici.
I fatti contestati
Fra i numerosi fatti contestati, ce n’è anche uno che risale ai tempi dello scoppio della pandemia da coronavirus, quando la Juve fece uscire la notizia che i suoi giocatori avrebbero rinunciato a una parte dello stipendio. Pare che le cose non siano andate proprio così: saranno gli inquirenti a stabilirlo.