Volley, accuse di bullismo per le sorelle Yeong

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Le pallavoliste Yeong devono fare i conti con una sgradevole accusa: quella di bullismo. La notizia ha suscitato un notevole scalpore in Corea del Sud, anche perché le due sorelle in patria sono delle vere e proprie star. Entrambe componenti della Nazionale – una fa la palleggiatrice, l’altra è una schiacciatrice -, le due giovani hanno contribuito con i loro colpi alla qualificazione della Corea del Sud ai Giochi Olimpici di Tokyo.

Tuttavia sembra proprio che il passato delle 24enni sia pieno di ombre e accuse a dir poco sgradevoli, a causa di comportamenti spiacevoli verso le loro compagne di squadra. Alcune di esse hanno rilasciato dichiarazioni che hanno lasciato a bocca aperta i tifosi e gli addetti ai lavori.

Personaggi dello star system

Le sorelle Young sono delle vere e proprie celebrity, e non di rado sono apparse in programmi tv. È chiaro, però, che le accuse provenienti dalle ex compagne rischiano di fare ombra alla loro stella.

Tutto è iniziato pochi giorni fa, quando su Internet è stato pubblicato un post anonimo con il quale una ex compagna delle due giocatrici ha rivelato che, ai tempi del liceo, le sorelle si sarebbero rese protagoniste di comportamenti poco opportuno nei confronti di altre pallavoliste: violenze non solo verbali ma anche fisiche. Fra le vittime delle gemelle ce ne sarebbe stata anche una che era stata minacciata con un’arma da taglio; molte altre avevano patito umiliazioni e percosse.

Dopo questa prima denuncia, è arrivata un’accusa di un’altra compagna, che ha rivelato che le sorelle obbligavano le più giovani a occuparsi del loro bucato: se non lo avessero fatto, sarebbero state insultate e picchiate.

La difesa delle accusate

All’inizio Da-yeong e Jea-yeong hanno tentato di addurre delle giustificazioni, sottolineando che quegli atti erano stati commessi in passato, in un periodo della loro vita in cui non erano ancora mature.

 Quindi, le giovani hanno confessato le proprie colpe e sono state costrette a compiere un atto di pentimento pubblico. Su Instagram Da-yeong ha fatto sapere di avere intenzione di andare a trovare le vittime per chiedere il loro perdono. Inoltre, ha sottolineato di voler riflettere su questi episodi e imparare ad avere il pieno controllo di sé.

Una petizione contro le campionesse

Tuttavia la vicenda non si è conclusa qui, e contro le due giocatrici è stata avviata una petizione online, attraverso la quale viene richiesta una punizione esemplare nei loro confronti. Non solo: la petizione è finalizzata anche a far aprire una meticolosa inchiesta da parte del ministero del Turismo, dello Sport e della Cultura.

Sono più di 100mila le persone che hanno accolto questo appello, ma le ripercussioni sono state notevoli. Infatti le confessioni relative agli atti violenti di cui si sono rese responsabili le gemelle hanno fatto sì che molti altri ragazzi si siano fatti coraggio e abbiano rivelato le violenze e gli atti di bullismo di cui hanno sofferto. Nel giro di breve tempo, la vicenda ha coinvolto anche due giocatori della pallavolo maschile, Sim Kyoung-sub e Song Myung-geun, a loro volta finiti sul banco degli imputati.

 La federazione volley ha dovuto addirittura indire una riunione straordinaria per cercare di decidere in che modo far fronte a un caso che è esploso in modo preoccupante.

Il bullismo nel mondo dello sport

In linea teorica, nel mondo dello sport il bullismo non dovrebbe essere molto diffuso a causa della presenza di regole ben definite. La situazione pratica, però, è differente: questo problema si concretizza in tutti gli ambienti di aggregazione sociale.

 Non solo a scuola, quindi, ma anche in oratorio e in tutti i contesti che i giovani frequentano nel tempo libero, incluse le realtà sportive. Il bullismo può assumere diverse configurazioni, una delle quali è rappresentata dall’abuso di potere di cui si può rendere protagonista un soggetto o un gruppo, senza distinzioni di classe sociale, di genere di età.

Perché si diventa bulli

In molti casi la tendenza verso il bullismo è la conseguenza di una frustrazione o di un fallimento che sono stati sperimentati nella vita privata. Chi viene preso di mira dai bulli, invece, può essere fragile, timido o passivo.

Ma va detto che le potenziali cause scatenanti sono molteplici: per esempio un’educazione da parte dei genitori troppo rigida o al contrario troppo permissiva, oppure dei traumi che sono stati subìti in età infantile. O, ancora, la presenza di disturbi psichiatrici e la mancanza di figure di riferimento. Lo sport in ogni caso dovrebbe essere un’agenzia educativa correlata a valori importanti quali la tenacia, il rispetto delle regole e lo spirito di sacrificio.

 Si tratta di qualità che dovrebbero favorire una convivenza pacifica e che dovrebbero risultare educative e indispensabili nella vita di tutti i giorni: la storia delle sorelle coreane dimostra, però, che non sempre avviene davvero così.

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