Un mercoledì a due facce per le squadre italiane impegnate nella seconda giornata di Champions League: il Napoli vince in trasferta contro i Glasgow Rangers e il Milan porta a casa la vittoria contro la Dinamo Zagabria.
Disastro, invece, per la Juve che perde in casa contro il Benfica e praticamente dice quasi addio alla possibilità di qualificarsi agli ottavi di finale.
Il Milan vince a San Siro: tutto facile per i rossoneri
Giroud, Saelemaerkers e Pobega: sono loro i tre marcatori che portano il Milan al successo in casa contro la Dinamo Zagabria, ma soprattutto in testa al proprio girone di Champions con quattro punti.
Dopo aver pareggiato in maniera un po’ deludente contro il Salisburgo, i rossoneri si riscattano con una prestazione convincente. Il primo tempo è in mano agli uomini di Pioili, che nonostante alcuni errori di precisione riescono ad andare al riposo in vantaggio grazie a un calcio di rigore segnato da Olivier Giroud.
Più emozionante il secondo tempo, con il colpo di testa vincente di Saelemaekers al 47esimo minuto. Poco dopo Orsic accorcia le distanze e regala qualche brivido di troppo ai tifosi milanisti, ma ci pensa Pobega a rimettere le cose a posto con il suo primo gol in Champions League. Così, la pratica Dinamo Zagabria si può considerare archiviata aspettando i due match contro il Chelsea.
Analisi della partita
Solida la prestazione di Tonali e compagni, che non hanno mai dato la sensazione di poter andare in difficoltà contro i croati. Al di là dei marcatori, protagonisti di questo successo sono stati soprattutto Theo Hernandez e Rafael Leao che, come spesso è capitato loro in questo inizio di stagione, sono stati devastanti sulla fascia sinistra.
Certo, la continuità non è il loro punto di forza, ma quando la lampadina si accende non ce n’è più per nessuno: neppure per una difesa come quella di Cacic che già di per sé non appare imperforabile. Pioli ha scelto di schierare il Milan con Giroud unica punta e Diaz dietro di lui, mentre De Ketelaere è rimasto in panchina; anche quando è entrato nel secondo tempo, però, il belga non ha fatto faville, anche perché è stato impiegato come prima punta, un ruolo forse a lui non congeniale in questo Milan.
Le prospettive per il futuro
A San Siro è sembrato tutto fin troppo facile, ma la Dinamo Zagabria non era comunque una formazione da sottovalutare, se non altro perché nel turno precedente era comunque riuscita a sconfiggere il Chelsea.
I rossoneri hanno impostato un ritmo sostenuto ma non forsennato, grazie a cui sono stati in grado di tenere sempre in mano il pallino del gioco. Pressing contro i portatori di palla della Dinamo e veloci verticalizzazioni: sono state queste le armi usate dagli uomini di Pioli.
Giroud è stato il punto di riferimento della squadra fino a quando è rimasto in campo, e la sua sostituzione nel secondo tempo è stata inevitabile: non una bocciatura, ovviamente, ma la necessità di farlo riposare un po’ in vista del prossimo turno di campionato. Per altro, il Milan non riusciva a vincere in Champions League allo stadio Meazza da ben nove anni: un’eternità, per una squadra abituata ai palcoscenici internazionali. E adesso tutti aspettano le due sfide contro il Chelsea.
Disastro Juve: che succede?
Quella della Juventus, invece, è stata una sconfitta a dir poco inattesa, a maggior ragione se si pensa che i bianconeri erano addirittura riusciti ad andare in vantaggio.
Il ko rimediato allo Juventus Stadium contro il Benfica ha tutti i tratti peculiari di una vera e propria umiliazione, e non solo perché complica in misura consistente la possibilità di accedere agli ottavi di finale. Insomma, se una sconfitta in casa del Paris Saint Germain poteva essere messa in preventivo, non si può giustificare nulla della partita di ieri.
Dopo il vantaggio di Milik la strada sembrava in discesa, ma è evidente che il problema sia psicologico: e così i bianconeri si sono fatti riprendere dai gol di Joao Mario e Neres. La panchina di Allegri traballa? Forse no, ma non per una questione tecnica.
Come ha lasciato intuire ieri Maurizio Arrivabene con una battuta tra il serio e il faceto, infatti, lo stipendio del tecnico è troppo elevato affinché si possa pensare a un suo esonero.
Che cosa non è andato nella Juve
Oltre che nella testa, il problema sta anche nelle gambe. La Juve nel corso del match è apparsa molto stanca a livello fisico, per quanto nel primo tempo abbiano messo in mostra anche un comportamento convincente.
È nel secondo tempo che si è materializzato il disastro, con il calcio di rigore di Joao Mario e la splendida rete al volo messa a segno da Neres. Da quel momento in poi, il Benfica ha gestito il match come ha voluto, e anche se alla fine è arrivato un gol della Juve poi annullato per fuorigioco, i bianconeri non hanno mai dato la sensazione di poter ritornare in partita.
Allegri è sembrato senza idee, e adesso iniziano a sorgere anche i primi dubbi su Vlahovic: è vero che viene lasciato troppo solo, ma qualcuno comincia a dubitare sull’effettiva convenienza dell’affare che lo ha portato a Torino a gennaio. Chi in questo inizio di stagione è andato fortissimo è stato Milik, che anche ieri ha messo a segno una rete.
I problemi da risolvere
Il centrocampo della Juve è il settore più in crisi, e i rapidi entusiasmi per le prestazioni di Miretti si sono già dissolti come neve al sole. La manovra bianconera è stata lenta, e i portoghesi hanno portato a casa il successo con pieno merito.
E adesso? A livello matematico tutto è ancora possibile, anche perché la Juve è attesa dalle due partite contro quello che in teoria dovrebbe essere l’anello debole del girone, il Maccabi Haifa. Ma con questa squadra nessuna sorpresa è impossibile, e i tifosi bianconeri ora tremano.