Filippo Ganna ne ha combinata un’altra delle sue. Il ciclista italiano, infatti, è riuscito nella fantastica impresa di stabilire un nuovo primato mondiale: quello del record dell’ora su pista. L’obiettivo è stato conseguito in Svizzera, nel velodromo di Grenchen: Top Gan ha percorso in totale 56 chilometri e 792 metri anche grazie al Bolide F HR 3D di Pinarello su cui era in sella.
Quella di Ganna è stata una cavalcata davvero emozionante, ovviamente condita da tanta fatica. Ma, adesso, la data dell’8 ottobre del 2022 resterà sempre cerchiata in rosso sul calendario del giovane piemontese. Ricordiamo che il record precedente era stato ottenuto, con 55 chilometri e 548 metri, da Daniele Bigham, collaudatore della Ineos Grenadiers, proprio la squadra di Ganna.
Tutti i segreti dell’impresa
Tanto allenamento, ma non solo: il conseguimento di questo risultato è stato possibile grazie al mix perfetto di tanti ingredienti diversi. Degna di nota, in particolare, è la bici su cui Ganna ha pedalato: un vero e proprio missile all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, che non a caso è costato qualcosa come 60mila euro.
Un mezzo senza il quale l’impresa non si sarebbe potuta concretizzare, anche se ovviamente la maggior parte del merito deve essere attribuita a Ganna, che ha sfiorato il limite dei 57 chilometri e ha praticamente demolito il primato precedente. Inoltre, una volta sceso dalla bici il 26enne non ha avuto bisogno della maschera ad ossigeno e non è stato neppure necessario sollevarlo di peso. Come se non avesse fatto fatica, o quasi.
Il riscatto di Ganna
Questo record dell’ora ha rappresentato una sorta di riscatto per Pippo Ganna, che era reduce dalla cocente delusione che aveva patito a settembre in Australia ai Mondiali su strada, dove non era riuscito a raggiungere il podio nella gara a cronometro.
E così il piemontese si è concentrato sulla ricerca di questo primato mondiale, anche se a dir la verità non ha avuto molto tempo a disposizione per prepararlo. Eppure è stato più che sufficiente per raggiungere un risultato storico, frutto da una parte della voglia di rivalsa del campione e dall’altra parte delle sue qualità fisiche e mentali davvero uniche. Ganna è partito in relativa tranquillità, per poi rendersi protagonista di una progressione quasi incredibile dopo un quarto d’ora.
Per abbassare il primato precedente sarebbe stata sufficiente una media di 16 secondi al giro, e invece a un certo punto Filippo era su tempi di 15 secondi e 2 al giro. Intorno al 50esimo minuto un piccolo brivido, perché lo sforzo sostenuto ha iniziato a farsi sentire, e Ganna si è contratto leggermente, rallentando e addirittura bocciando i birilli situati a bordo pista.
Ma dopo alcuni minuti di ansia il ciclista azzurro ha ripreso quota e alla fine ha stabilito un tempo che si spera possa durare a lungo negli anni.
Il miracolo
Il ciclista italiano è riuscito a migliorare perfino il primato di 56 chilometri e 375 metri che nel giro di 60 minuti erano stati percorsi da Boardman nel 1996: in quel caso, però, era stata impiegata una bici distesa che assicurava troppi vantaggi, e per questo motivo il tempo non era stato omologato.
Prima di Ganna, solo altri tre italiani erano riusciti nell’impresa di firmare il record mondiale dell’ora: il primo era stato nel 1935 Giuseppe Olmo, mentre nel 1942 era toccato a Fausto Coppi, seguito nel 1956 da Ercole Baldini. Curiosamente, tutti e tre avevano siglato il primato a Milano, mentre Ganna è stato costretto a espatriare. Ovviamente in questo amarcord non si può non citare anche la prestazione di Francesco Moser, che nel 1984 riuscì a coprire 51 chilometri e 151 metri ma usando una bici che non venne ritenuta accettabile dall’Unione Ciclistica Internazionale.
I Mondiali su pista
Il record sull’ora di Ganna è stato un ottimo preludio rispetto ai Mondiali di ciclismo su pista che hanno preso il via pochi giorni dopo a Parigi e che hanno regalato soddisfazioni importanti alla squadra azzurra, sia maschile che femminile.
Un appuntamento decisamente importante anche perché andato in scena nel velodromo di Saint Quentin en Yvelines, dove nel 2024 si disputeranno le gare dei Giochi Olimpici. L’attesa è alta.